Libera con noi a Palermo!

La mafia, argomento del quale le persone preferiscono non parlare, non è poi cosi lontano da noi.

Nella maggior parte dei casi, condizionati da stereotipi, alimentati dalla disinformazione a riguardo, si tende ad etichettare solamente il Sud Italia, non prendendo in considerazione la mafia presente al Nord della nostra penisola.

Il nostro viaggio è avvenuto in compagnia di Gabriele ed Aurora, mediatori culturali di Libera il Giusto di Viaggiare e Libera Terra per i beni confiscati alle mafie (partner dell’ Associazione Libera presieduta da Don Luigi Ciotti, fondata nel 1995) che ci hanno condotto alla conoscenza della società civile impegnata nella lotta alla criminalità organizzata per favorire la creazione di una comunità alternativa alle mafie stesse ed è iniziato  con la visita di luoghi della memoria di Palermo.

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Il primo luogo visitato nel quale abbiamo avuto modo di approfondire le nostre conoscenze è stato Via D’Amelio, cornice dell’ attentato ai danni di Paolo Borsellino, magistrato di Palermo che possedeva molte informazioni all’interno della sua agenda rossa, la quale, pochi istanti dopo la sua morte, spari’ senza lasciar alcuna traccia. Nel terribile attentato erano deceduti anche i cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi ( prima donna a far parte di una scorta, e prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Nella buca lasciata dall’esplosione, in memoria del giudice, per iniziativa della madre Maria Pia Lepanto, è stata  posta una piantina di olivo, proveniente da Betlemme, come simbolo di rigenerazione, solidarietà, pace, impegno civile e  giustizia per tutti.

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Siamo, poi, passati da Capaci, luogo nella quale è stato assassinato il magistrato Giovanni Falcone, saltato in aria insieme agli agenti della sua scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro e la moglie di Falcone, Francesca Morvillo, il 23 maggio 1992, lungo un tratto dell’ autostrada A29, in seguito a un’esplosione: Falcone fu il primo magistrato ad ostacolare in modo pesante e determinato l’organizzazione mafiosa.  

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Ci siamo recati anche a Portella della Ginestra, il luogo naturale e montano era stato lo sfondo di un  eccidio commesso il 1° maggio 1947, presumibilmente da parte della banda criminale di Salvatore Giuliano, che sparò contro la folla, riunita per celebrare la festa del lavoro, provocando undici morti e numerosi feriti; il caso rimane tutt’ora irrisolto.

Il nostro viaggio continua con la scoperta della realtà del riuso sociale dei beni confiscati alle mafie nell’Alto Belice Corleonese, in particolare la cantina dei Cento Passi, confiscata a Giovanni Brusca, mandante della strage di Falcone, tutt’ora pentito di mafia e collaboratore di giustizia. 

Infine, per concludere questa magnifica esperienza culturale sulla legalità che ci ha arricchito di sapere e ci ha resi più sensibili nella lettura della realtà, siamo andati a Cinisi, luogo nel quale è nato e cresciuto Giuseppe Impastato, conosciuto da tutti come Peppino, noto per le sue denunce nei confronti di Cosa Nostra, assassinato il 9 Maggio 1978 a Cinisi, in seguito alle sue scoperte riguardo traffici di droga e persone colluse con la mafia.

Figlio del boss Luigi Impastato e Felicia Impastato, intraprese la sua carriera da giornalista, non accettata da Don Tano Badalamenti, che commissionò il suo assassinio.

Avremmo potuto entrare di più nei particolari, ma è complesso racchiudere in poche righe conoscenze, esperienze, sensazioni personali legate alle scoperte fatte di volta in volta… Certo è che l’esperienza vissuta e condivisa tra compagni di scuola è stata non solo formativa ma altamente emozionale e arricchente che ci aiuterà a diventare uomini del futuro, per il futuro.

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Leonardo Marchetta, Giorgio Di Giansante 3^C

Brexit: una situazione irreversibile

Il tempo dell’indecisione sulla Brexit è finito. Il popolo britannico ha dato a Boris Johnson un mandato fortissimo per portare a compimento al più presto il divorzio del Regno Unito dall’Ue. Secondo B. Johnson la Brexit è una decisione “inconfutabile” e “irreversibile” per il popolo britannico che tramite le elezioni avvenute gli ha dato dato la possibilità di governare per i prossimi 5 anni

Con il forte mandato ricevuto Johnson inizierà un percorso a tappe forzate per approvare il più rapidamente possibile l’accordo raggiunto ad ottobre con Bruxelles e portare il Paese ad una uscita entro il prossimo 31 gennaio. Poi,  successivamente a ciò potranno iniziare le trattative con l’UE per stipulare una nuova partnership. Il Paese per un anno resterà ancora in un periodo di transizione, ma dal 2021 il divorzio dovrebbe essere completo.

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Brexit: gli step dal referendum ad oggi

Tramite il referendum del 23 giugno 2016 il Regno Unito ha dimostrato di voler lasciare l’Unione europea e si è definitivamente espresso a favore del Leave.

  •  29 marzo 2017:il primo ministro britannico Theresa May ha dato seguito alla volontà degli elettori presentando una notifica per l’uscita del paese dall’UE appellandosi all’articolo 50, dando tempo al Regno Unito e all’Unione europea fino al 29 marzo 2019 per negoziare un accordo.
  • 19 marzo 2018: le parti hanno concordato un piano di transizione di 21 mesi per evitare una hard Brexit, una sorta di salvagente di emergenza.
  • 15 gennaio 2019: Il Parlamento inglese ha votato contro l’intesa trovata, con 432 contrari e 202 favorevoli. La stessa storia si è ripetuta più volte.
  • 7 giugno 2019: le continue opposizioni del Parlamento hanno portato la May a dimettersi e a lasciare il posto a Boris Johnson.

Il nuovo Primo ministro è riuscito a concordare un altro piano di divorzio con l’UE, mentre i termini della Brexit sono stati rinviati ancora dal 31 ottobre al 31 gennaio 2019. Westminster ha bloccato anche l’accordo di Johnson, che ha così deciso di convocare nuove elezioni politiche per il 12 dicembre 2019. Il voto ha sancito la netta vittoria del Primo ministro.

Le conseguenze

Avendo capito cos’è la Brexit e qual è il suo significato occorre ora focalizzarsi sulle possibili conseguenze del divorzio tra Regno Unito e Unione europea, anche e soprattutto alla luce delle elezioni politiche da poco concluse.

Anche se l’accordo verrà approvato entro la fine dell’anno, il divorzio partirà soltanto il 31 gennaio 2020. Da quella data scatterà un periodo di transizione che durerà fino a dicembre. Soltanto allora le conseguenze della Brexit diverranno reali ma gli effetti del divorzio si sono già fatti sentire nel corso degli anni.

Le conseguenze si distinguono principalmente in quelle economiche e finanziarie.

 Le conseguenze economiche

La vittoria del Leave ha avuto forti conseguenze economiche sui mercati mondiali e il Regno Unito ha perso il suo livello di rating AAA. La Bank of England ha iniziato a tagliare i tassi di interesse e ha preso altre misure di emergenza per aiutare a fermare la corsa dell’economia inglese verso la recessione.

Le conseguenze finanziarie

In un primo momento la Brexit ha reso i mercati finanziari più sensibili alle vulnerabilità della zona euro. La sterlina è scesa sui minimi di 30 anni e le borse mondiali hanno bruciato 2.000 miliardi in un solo giorno inoltre gli investitori si chiedono se, alla luce dello shock Brexit, i governi della zona euro avranno la volontà e la capacità di rafforzare il sistema dell’Unione monetaria.

El Hilali Yassine , Arrigo Andrea 

 3 B A.F.M.

Giustizia per Marielle Franco

Marielle aveva 38 anni quando è stata uccisa, il 14 marzo del 2018.

Faceva parte della Commissione Parlamentare che controlla l’intervento dell’esercito in città in modo da limitare gli abusi da parte delle forze armate e della polizia.
Quinta consigliera comunale più votata a Rio nelle elezioni del 2016, ha lottato per il  femminismo, i diritti umani e la difesa degli abitanti delle favelas. Nata e cresciuta in una delle zone più violente di Rio, ha studiato Sociologia alla Università Cattolica e ha fatto un master in Pubblica Amministrazione all’Università Federale Fluminense.

L’omicidio di Marielle è avvenuto poco dopo la richiesta dell’esercito di non essere denunciato in tribunale per le eventuali uccisioni legate al tempo dell’intervento militare a Rio. Hanno chiesto espressamente che non fosse avviata una Commissione d’inchiesta Parlamentare per indagare sui loro crimini contro la popolazione.

A distanza di più di un anno non si sono ancora trovati i colpevoli dell’uccisione, ma la teoria più accreditata porta a credere che il presunto mandante sia l’attuale Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro. Infatti, secondo alcune testate giornalistiche del paese, Bolsonaro  sarebbe in diretto contatto con i due imputati, Ronnie Lessa che avrebbe sparato e Èlcio Vieira De Queiroz, l’autista. I sospettati sono stati arrestati, ma l’esito finale è ancora incerto.

La storia di Marielle è triste e tragica, come tante altre legate a violenze e uccisioni di questo genere; per questo vorremmo concludere con una poesia scritta in omaggio a Marielle da parte della nostra docente Giusy Di Quattro che ha voluto ricordarla così…

 


Malagueta

A Marielle Franco

Aperti
come le tue domande
come la pelle le pause
prepotenti
come le cicale la sera
i tuoi occhi
i tuoi fianchi

Un pendio
una fessura del pensiero
Cosa hai chiesto alle nuvole
che non ti hanno dato?

Ma tu chiedi
alle strade sterrate
all’acqua
che si acconca nei pozzi
chiedi alle schiene
appassite d’amore
umiliate in carezze
d’incenso e di zolfo

Tu chiedi e sei voce
i tetti di lamiere e bestemmie
le stanze di baci e vendemmie
hanno la maledizione
della verità

Ma tu chiedi e sei voce
brace della terra
parola del seme
sillaba del lattante
Malagueta 1
del popolo

 

(1)  Una tipologia di peperoncino molto piccante, ampiamente usato in Brasile.

Poesia pubblicata nell’Antologia AA.VV., Un paio di scarpette rosse, Kanaga Edizioni, Milano 2019


 

Gabriele Crivello e  Matteo Pedemonte 5°A

 

Gabriele d’Annunzio, l’esteta visionario – Parte prima: L’impresa di Fiume –

L’avventura fiumana fu un’epopea politica ed esistenziale partorita dalla mente geniale di uno degli uomini più influenti del tempo, nonché rappresentante della cultura di una nazione intera (in quell’ epoca): il poeta Vate Gabriele d’Annunzio.

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Foto di Gabriele d’Annunzio con dedica a Cornelio Guerci

La storia di Fiume si presenta come un “unicum”, una città vivace e multiculturale, che vantava una economia piuttosto solida e fiorente e che rappresentava un importante sbocco portuale. Le condizioni economiche della città, però, furono messe a dura prova a seguito del conflitto mondiale, come ci viene spiegato nel documento filmico “La storia siamo Noi” di Giovanni Minoli. Giuseppe Parlato (storico), Marino Micich e  Roberto Palisca (che, appartenendo alla comunità italiana di Fiume, parla della sua esperienza personale e familiare) danno un quadro generale di quel particolare momento storico. Egli era, infatti, un uomo dalle mille virtù letterarie e sfaccettature: era condottiero, pioniere dell’aviazione e dell’automobilismo, ma anche poeta, romanziere ed esteta, amante passionale e nazionalista belligerante. Racchiudeva in sé tutte le caratteristiche di un “superuomo”.  Grazie allo scenario costituito dal conflitto mondiale, il poeta Vate, che si era affermato come figura di spicco anche in ambito militare, a seguito delle conseguenze della stipula del Patto di Londra  (Aprile 1915  patto segreto tra Francia Inghilterra e Russia), si trovò a fronteggiare la nuova questione fiumana che vedeva l’impossibilità per Italia di annettere la città di Fiume al proprio territorio. Nonostante le successive richieste avanzate durante la Pace di Versailles, la conferma definitiva che la città non sarebbe diventata italiana, spingerà il Vate a porre rimedio a quella che lui definì  una “Vittoria Mutilata”.

La popolazione fiumana si sentiva italiana e desiderava fortemente l’annessione ai nostri territori. Il rifiuto imposto dalla Pace di Versailles fomentò, in Italia, irredentisti e nazionalisti che erano a favore di un intervento militare per l’annessione. I fiumani, quindi, trovarono il possibile fautore dell’impresa nella figura di d’Annunzio che, dopo un primo diniego, accettò. Egli prese il comando di ribelli ex combattenti e granatieri  che appoggiarono l’impresa e costituirono l’armata dei legionari. Questi, capitanati da d’Annunzio, con un plateale gesto di disobbedienza all’ ordinamento , partirono per occupare con la forza la città jugoslava. Il Vate compì l’impresa il 12 settembre 1919  senza incontrare ostacoli. Ebbe così inizio il periodo della Reggenza.

D’Annunzio rappresentava, in quel preciso contesto, un uomo d’azione “purissimo” ma pur sempre permeato dal misticismo e dal prestigio, a dimostrazione del fatto che, per lui,  la lotta di ideali fu altresì importante, ma l’elevazione della sua figura di factotum, che esaltava l’eroicità delle sue imprese, era all’ apice del pensiero e del comportamento estetizzante. Perviene, comunque e sempre, il risvolto letterario dal  suo operato. Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale, è un gran conoscitore del poeta, dalle cui descrizioni è percepibile la stima che il cultore serba nei confronti dell’uomo, probabilmente proprio grazie allo studio, ad un livello più profondo, di quegli spazi che d’Annunzio adibiva al culto del bello e che ci lasciano un segno tangibile del suo passaggio trionfale .

 

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Immagine ritraente d’Annunzio circondato dal corpo degli Arditi

Il fascismo fece propri  i metodi propagandistici utilizzati da d’Annunzio (preludio al fascismo) senza mai, però, raggiungere l’intesa ed il rispetto reciproco. D’annunzio non fu mai intimamente fascista, secondo Giordano Bruno Guerri, e i rapporti che intercorsero tra le parti furono puramente strumentali  e legati prevalentemente da interessi mediatici.  “D’Annunzio era da considerarsi politicamente al di sopra della destra, della sinistra e del centro”(cit. Mimmo Franzinelli). Guerri e Franzinelli offrono opinioni concordanti in merito alla posizione anarchica e super partes del Vate rispetto agli orientamenti politici, sia entrando in aperto conflitto con alcuni di essi  che intrattenendo rapporti con altri. E’ di comune accodo tra i due cultori  la visione distaccata del personaggio rispetto a tutte quelle forme di burocrazia volte all’ indottrinamento del “grigio diluvio democratico” di cui il poeta non voleva e non sentiva di farne parte. Mentre il poeta- Vate per la sinistra era considerato un fanatico guerrafondaio,  egli, per i suoi seguaci, racchiudeva in sé la volontà di contrastare la società delle nazioni mediante la creazione di una lega per la liberazione dei popoli oppressi della terra. Questa, aveva come obiettivo il rovesciamento dell’intero sistema dei valori della vecchia Europa.  Come già accennato, mossi da questi ideali, approdarono a Fiume, al suo servizio, masse di rivoltosi e avventurieri di ogni sorta: eroi, disperati, uomini di cultura, sindacalisti, personaggi come gli Arditi, i reduci che non si  riuscivano più ad integrare nella vita normale e “volevano continuare a compiere imprese… giovani sradicati che non riuscivano a tornare in un discorso di normalità …”(cit. Mimmo Franzinelli). Dallo storico si percepisce una descrizione più critica e distaccata in merito agli avvenimenti ed alle personalità protagoniste della svolta. Infatti definisce i Legionari “degli spostati” e ne definisce lo stile di vita come quasi animalesco (come nel caso di Keller, per via delle abitudini primitive e bizzarre che quest’ultimo aveva).

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Ritratto di Guido Keller

Tutti erano affascinati da questo piccolo staterello dove, come criterio di scelta esistenziale, si perseguiva il piacere e si assecondava il desiderio in tutte le sue forme, con totale assenza di moralismo, fino a diventare perdizione; dove si faceva uso di droghe per migliorare le prestazioni sotto molteplici aspetti e  rappresentava un avamposto di rivoluzione globale. La vita era concepita come una serie di attimi fuggenti. Tra le figure più carismatiche presenti a Fiume  ci furono Giovanni Comisso, Henry Furst, e Guido Keller. Quest’ultimo in particolare fu un personaggio auto-rappresentativo, estremamente precorritore dei tempi, spericolato, intrepido,  bizzarro, praticante dell’amore libero, naturista, “figura apollinea” secondo l’ideale greco e pagano,  come lo descrive lo scrittore Nico Naldini. Egli interviene in merito all’ analisi delle figure più rappresentative di quei battaglioni di rivoltosi (Legionari) pronti e disposti a fare la rivoluzione, personaggi singolari, personalità mutevoli, lungimiranti e visionarie; giovani menti geniali secondo le parole da lui stesso usate per descriverli. Altre figure rappresentative che parteciparono con il Vate al progetto di Fiume ci furono il futurista Marinetti, Arturo Toscanini, il quale si portò perfino l’orchestra della Scala per un concerto. In questo contesto nacque il progetto rivoluzionario più rappresentativo e di imbarazzo storiografico: la Carta del Carnaro.  Essa, di assoluta avanguardia, serviva a dare forma politica all’ esperimento dannunziano, redigendo un nuovo ordinamento derivato dalla commistione delle sensibilità di d’Annunzio  di De Ambris.

La Carta era un decalogo in cui spiccavano, tra i vari punti, la musica come istituzione religiosa e civile, il potere decentrato, l’abolizione  del denaro, l’abolizione carceri, l’istituzione del libero amore, l’abolizione del celibato per i preti, il ritorno alla pastorizia e alla coltivazione della terra, la parità dei sessi (voto alle donne, divorzio, parità di stipendi).

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Costituzione fiumana del Carnaro

La figura femminile fu completamente rivisitata, secondo quanto espresso dalla Carta del Carnaro. Non a caso l’esperienza di Fiume contribuì in parte alla nascita del femminismo. Singolare, infatti, fu l’apparizione della prima donna graduata, ruolo inedito a quel tempo, che fu ricoperto dall’ ex crocerossina torinese Margherita Incisa di Camerana. Molte donne erano affascinate da questa realtà in cui, per la prima volta, godevano di pari diritti e partecipavano attivamente ed entusiasticamente a questa travolgente avventura. La donna, per d’Annunzio, doveva assumere un ruolo centrale, e così fu. Egli, infatti, fu da sempre un amante passionale, ritratto in una moltitudine di relazioni extra coniugali, che proseguirono anche a Fiume. La scrittrice Antonella Sbuelz nel parlarcene, pare affascinata dall’ incredibile capacità visionaria di d’Annunzio e dalla sua alta considerazione della donna e dalla notorietà che avevano riscosso le libertà garantite dalla Costituzione fiumana. Per d’Annunzio, la figura femminile rappresentava, nell’ ottica del Piacere come istituzione, la possibilità di raggiungere una dimensione di bellezza ed arricchimento della propria sensibilità ed intelletto, nell’ unione dei sessi, volta a trarre i massimi benefici da ogni relazione. In funzione di quanto evidenziato poc’ anzi, egli cercò di introiettare la sensibilità femminile, in quanto elemento imprescindibile di bellezza spirituale e sostanziale. Per d’Annunzio la donna era, quindi, un’opulenza irrinunciabile, secondo il suo carattere passionale, ma era soprattutto figura indispensabile alla concretizzazione dell’ideale di sacralità del gentil sesso, in grado di arrivare  laddove l’uomo non è in grado e percependo diverse sfumature di una realtà che più si confà alla massima espressione di bellezza e purezza.

 

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Foto di D’Annunzio e Margherita Incisa di Camerana

In Italia, intanto, saliva al potere Francesco Saverio Nitti, che fu l’esempio più importante dell’epoca dell’antitesi tra la reggenza dannunziana e della volontà decisionale del governo in patria. Infatti in seguito a questi dissidi si pose in atto l’assedio economico della città di Fiume con cui il Regno d’Italia emarginò la città e rifiutò di supportare l’impresa di d’Annunzio. La città, già in grande difficoltà, fu  preda di una irreversibile crisi economica innescata proprio da questo assedio. Come ultimo atto, nel dicembre del 1920,  Giovanni Giolitti diede un ultimatum alla reggenza del Carnaro  al termine del quale segui l’attacco “manu miliari” della flotta regia nei confronti del Palazzo del Pomeriggio, residenza di d’Annunzio e sede del governo di Fiume, con il chiaro intento di attentare alla sua vita. Di fronte a questo episodio al Vate, dopo il Natale di sangue, non restò che arrendersi.

 

Non perdetevi la prossima parte dell’articolo dedicata alla visita al Vittoriale. A presto!

 

Giorgio Rivetti Giribaldi    5°A RIM

14 dicembre 2018: Ecco la nuova redazione! Si inizia!

 

 

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Oggi c’eravamo noi ad incominciare! Ma altri arriveranno! Vi aspettiamo tra le nostre righe di BombaWeb!… E ricordate di non perdervi il romanzo a puntate di Elisa!

Sara Medas, Alessandro Zoppo, Emanuele Crosetto, Gaia Caravetta, Alessia Masuzzo, Giada Masera, Umberto Arrigo, Matteo Pedemonte, Gabriele Crivello, Veronica Venera, Asmaa Salah, Aurora De Pasquale.

Uguaglianza e libertà coincidono sempre?

Il 30 novembre 2017 più di 120 scuole superiori di secondo grado hanno partecipato ad una conferenza streaming in collegamento con Milano per trattare il tema “UGUAGLIANZA E LIBERTA’ “. Presentatori e conduttori principali di questo incontro sono stati Gherardo Colombo, ex magistrato conosciuto per l’inchiesta “Mani pulite” e il fantastico Pierfrancesco Dilibero o meglio conosciuto come Pif, conduttore televisivo e radiofonico, nonché regista di alcuni film di grande successo come “La mafia uccide solo d’estate”.

L’input per la riflessione è stato dato ponendo subito una domanda generale: “Uguaglianza e libertà coincidono sempre?”. Su questo si è basato tutto l’incontro nel quale sono stati coinvolti sia i ragazzi di terza, quarta e quinta superiore e sia altri ospiti esterni, i quali hanno potuto esprimere una loro opinione e, non avendo tutti la stessa età, si è potuto vedere come viene affrontato un argomento come questo, molto sentito, ma poco discusso nel mondo dei giovani. Molti collegamenti sono stati fatti, ma il più importante è stato quello sulla “disparità sociale”, in particolare una disparità economica che contribuisce alla mancata uguaglianza tra le persone, che divide e crea fratture tra le classi sociali. L’intervento è stato fatto dal vicepresidente del giornale ” La Repubblica”, Sergio Rizzo,  il quale ha articolato la sua riflessione  ponendo un’altra domanda “Cosa vi rende felici? Come è cambiato oggi questo concetto, rispetto al passato?”. La risposta si lega ad un’altra riflessione sulla  diversità storica del concetto di felicità: un tempo era stare in famiglia, avere una vita tranquilla e un buon lavoro, ma l’arrivo della tecnologia  ha stravolto le cose, le relazioni, la vita di tutti. La tecnologia rappresenta un  paradosso, perché, se da un lato crea enormi disuguaglianze tra ricchi e poveri, dall’altro permette la nascita di posti di lavoro.

Dopo questo intervento, Gherardo Colombo ha  ripreso il discorso facendo alcuni esempi per riflettere sull’importanza delle scelte; scelte che molte volte possono compromettere la propria vita o quella degli altri; noi siamo influenzati, in realtà, dalle relazioni strette esercitando la nostra libertà.
Il temine uguaglianza, invece, ricorre spesso nella nostra Costituzione, in particolare nell’articolo 3, dove si afferma che tutti i cittadini sono eguali di fronte alla legge. Ciò non significa che siamo tutti uguali e dobbiamo essere trattati allo stesso modo, ma dobbiamo saperci relazionare con le singole situazioni. Ognuno di noi deve essere trattato a seconda delle sue condizioni fisiche e sociali, affinché tutti possano godere degli stessi diritti.

Grazie a questa conferenza si può dire che con le nostre azioni si imposta il futuro di tutti senza parlare di disuguaglianza o ostilità tra tutti coloro che vivono nello stesso ambiente sociale. Solo così  si riuscirà ad avere una convivenza molto più umana e dignitosa per tutti. Con questo concludo dicendo a tutti di riflettere profondamente e in modo morale sulle proprie scelte perché, alla fine, ci sarà sempre un riscontro positivo per ogni persona e per tutta la comunità.

Riccardo Sandrone

 

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Viaggio alla ricerca della Coscienza comune

 

 

 

 

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Che cos’è la Cittadella della legalità?
Lo stiamo sperimentando in questi giorni nella città della Valle dei Templi, che ci ospita. Vorremmo raccontarvelo, e non solo… Anche descrivere le nostre riflessioni ed emozioni vissute durante l’elaborazione di questo progetto.
È un progetto articolato in modo complesso, attraverso cui ci siamo confrontati tra di noi, e abbiamo conosciuto diverse realtà, attraverso alcune persone.
Francesco Pira, professore che si è occupato di illustrarci il problema del cyberbullismo, ci ha aiutato a riflettere, anche attraverso la sua precedente professione di giornalista, sull’utilizzo dei vari social network nel rispetto della personalità e della libertà altrui.

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Francesco Pira, insegnante presso un Università di Messina

 

Mario Campione, attraverso il suo lavoro nell’anti racket, ha raccontato quanto sia importante aiutare i cittadini vittime di racket e usura, sottolineando il fatto che sono gli stessi giovani a doversi formare una coscienza comune per poter sostenere l’idea e la costruzione della legalità e la salvaguardia di ogni singola persona, vittima di situazioni mafiose.

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Mario Campione, esperto in anti racket

Si occupa di coscienza comune anche FARM Cultural Park, un punto d’incontro, nato dalla necessità di aggregare idee e persone e di cambiare quella che era una città immersa da miniere e da palazzi anonimi. Ciò che ha spaventato i cittadini di Favara è stato il crollo di un palazzo in pieno centro storico. Questo avvenimento ha fatto scattare un campanello d’allarme tra i suoi abitanti, che hanno deciso di cambiare quella che era la loro città, e renderla un punto di aggregazione sociale, che oggi unisce più di mille studenti. Ecco un esempio di coscienza comune!
Vincenzo Carrubba, assessore del comune Joppolo Giancaxio che ha ospitato le presentazioni, ci ha parlato di come la sua volontà di ricordare le vittime della mafia, lo abbia spinto a riunire persone con uno scopo comune, in una marcia in loro onore ogni anno. Questa marcia non solo ricorda le vittime, ma sensibilizza la comunità sul tema della mafia.

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Assessore Comunale di Joppolo Giancaxio

 

È stato molto interessante scoprire come anche la CARITAS, associazione che si occupa di educare la società alla carità, sia attiva con la politica del territorio e collabori con le amministrazioni locali per far fronte al problema della povertà, che tutti noi crediamo strettamente economica, ma, in realtà, comprende tutto quello che ci rende fragili nei confronti del prossimo, come la solitudine, la tristezza o la mancanza di qualcosa non strettamente materiale.
Infine l’Associazione Saieva, ci ha fatto riflettere sulla presenza delle barriere architettoniche che non agevolano, spesso, la vita delle persone disabili; sull’importanza del diritto di istruzione e su quanto sia importante la presenza dei diritti che regolino i diritti per queste persone.
Che cosa è, dunque, la Cittadella della legalità?
La Cittadella della legalità siamo noi giovani, con una nuova coscienza comune, che ci rendiamo parte attiva per la costruzione della nostra società, consapevoli sì delle difficoltà, ma soprattutto dell’importanza dell’impegno collettivo, per la tutela dei nostri diritti e la consapevolezza dei nostri doveri, affinché possano anche essere trasmessi alle generazioni future.

Elisa Battista Leonardo Castaldo Tânia De Brito Giorgio Rivetti 

 

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Alternanza scuola-lavoro: un valore aggiunto

Negli ultimi anni la focalizzazione sulle priorità dell’istruzione e della formazione è ulteriormente cresciuta, anche per il pesante impatto della crisi economica sull’occupazionne giovanile. A questo riguardo la legge italiana 107 del 2015 ( la Buona Scuola) obbliga gli studenti di tutte le scuole superiori a svolgere un percorso di alternanza scuola-lavoro nell’arco degli ultimi tre anni.

La finalità della riforma “Buona Scuola” del governo Renzi è quella di migliorare sia l’istruzione che la formazione degli studenti, comprendendo obiettivi quali la cittadinanza attiva, lo sviluppo personale e l’apprendimento di competenze e conoscenze che potranno essere utili nel mondo lavorativo. Questa riforma permette agli studenti, non solo di mettere in pratica le conoscenze teoriche, ma anche di incontrare i vari settori del lavoro, per orientarsi in un futuro.

Il vero obiettivo di questo progetto è aiutare i giovani ad apprendere competenze coerenti seguendo il percorso di studi scelto. L’incontro con nuove realtà lavorative, prima sconosciute e l’esperienza medesima rendono l’alternaza una buona iniziativa.

Sono, comunque, molti coloro che criticano l’alternanza scuola-lavoro, traducendo questa esperienza solo in negativo; spesso viene interpretata come uno sfruttamento del minore e come perdita di ore di lezione e di studio. Il sistema scolastico italiano si sta, dunque, confrontando con le problematiche che la riforma in sé presenta, da un punto di vista pratico, ma che, in via teorica, porterebbe grande sviluppo ad un’idea di scuola ancora molto datata.Alternanza scuola lavoro hostess e stewart

Studenti della 3B dell’Istituto Majorana-Marro Sezione tecnico-economica come hostess e stewart (Sebastian CRETU, Gloria ALISETTA, Virginia BOSSO e Oscar BERGIA).

 

Virginia BOSSO e  Gloria ALISETTA

Un’Italia più unita e civile

Si torna a parlare di unioni civili in questi giorni in quanto il 14 gennaio, si è finalmente concluso l’iter riguardante il ddl Cirinnà dello scorso maggio. Sabato sono stati pubblicati gli ultimi decreti legislativi di quello che è stato un vero e proprio scontro sociale che ha portato il Paese un passo più vicino alla parità e alla civiltà.

Le unioni civili hanno ampliato il loro raggio, aggiungendo tra le loro fila diritti che si avvicinano moltissimo a quelli del matrimonio, riducendo sensibilmente la discriminazione legislativa che separava le coppie eterosessuali da quelle omosessuali.

Adesso, le unioni civili comprendono, tra l’altro, la possibilità di assumere o aggiungere il cognome del partner, la reversibilità della pensione, l’assistenza al partner sia in ospedale che in carcere, la comunione dei beni e il versamento degli alimenti al partner in caso di scioglimento del vincolo (oltre all’applicazione di tutte le leggi riguardanti il matrimonio, come quelle in caso di abusi e interdizione).

Le reazioni alla conclusione di questo lungo iter si sono viste soprattutto sui social, dove i ministri hanno avuto modo di dare voce alla loro soddisfazione per essere giunti al termine di un vero e proprio dibattito che ha smosso l’Italia in questi mesi. Le discussioni sono state tante, così come le critiche e i tentativi di stralcio (raggiunti, purtroppo, per quanto riguarda la legge sulle adozioni) ma finalmente anche l’Italia può aggiungersi ai paesi europei che hanno riconosciuto i dovuti diritti alle coppie omosessuali, che adesso possono considerarsi coniugi a tutti gli effetti, anche se questa parola non viene utilizzata in ambito legislativo.

Oggi si è concluso definitivamente il percorso di attuazione della legge sulle Unioni civili. Il Consiglio dei ministri…

Pubblicato da Andrea Orlando su Sabato 14 gennaio 2017

Ciò che conta è che l’Italia sia riuscita a svincolarsi dalla ruggine di una tradizione che, purtroppo, presenta lati troppo antiquati per un’epoca in rapido sviluppo come la nostra e, nonostante i diritti concessi dovrebbero essere considerati scontati, si può fare un respiro di sollievo ora che siamo un po’ più vicini, grazie alle unioni, ad un’Italia più civile.

Potete leggere il testo della legge qui.

Melanie Gammicchia e Isabella Vella