ROMANZO A PUNTATE: THE LOST BONES – Capitolo 1 “L’inizio di tutto” –

Può sembrarti assurdo, ma la storia che sto per raccontarti è tratta da un fatto realmente accaduto nella mia scuola. Questa storia narra di un gruppo di sei ragazzi che scopriranno una verità cruda e spaventosa. Ma non andiamo oltre, iniziamo da una normale giornata di scuola.

Erano le 7:45 ed io ero tranquillamente seduta sulla panchina a ripassare per la verifica di matematica. Una voce pacata mi destò dai miei pensieri. -Stai ancora litigando con la matematica?- rise Giosuè. Alzai gli occhi dal foglio. -E tu non hai ancora cambiato quegli occhiali, Giò?- incrociai le braccia. Un sorriso beffardo mi spuntò sul viso. -Cambierò questi occhiali quando tu smetterai di litigare con la matematica- mi schernì con il suo tono ironico. -Allora dobbiamo rassegnarci entrambi- risi. -Fra cinquant’anni lo troveremo ancora con quegli occhiali- commentò una terza voce. Giosuè si voltò verso la fonte di essa. -Olivia buongiorno anche a te- alzò gli occhi al cielo. Quei due mi ricordavano una vecchia coppia di anziani sposata dai tempi del paleolitico il cui passatempo preferito era litigare. Iniziai a mangiare dei popcorn immaginari, godendomi lo spettacolo comico. -Buongiorno caro, felice di rivedermi?- sorrise allegramente sbattendo le ciglia velocemente. Lui sospirò. -Per niente- scosse la testa rassegnato. -Ma se tu mi adori- gli prese la guance scuotendogli la faccia. Giosuè mi guardò chiedendo aiuto. Scoppiai a ridere. -Vi adoro ragazzi-. Presi lo zaino mettendolo sulle spalle. Ci incamminammo verso l’entrata della scuola. Con molto entusiasmo trascinai i piedi su per la salita sbuffando. -Dai Zoe non fare così, vedrai che andrà bene- Giosuè mi mise una mano sulla spalla  -Ci spero tanto- sospirai -Ehiiii! Ragazzi, aspettatemi!!-. Ci voltammo e vedemmo Michael correre verso di noi. Arrivò davanti a noi poggiando le mani sulle ginocchia respirando affannosamente. Dopo essersi ripreso, ci sgridò. -Grazie per avermi aspettato- sbuffò ironico. Giosuè con la sua solita calma lo guardò e gli disse che non eravamo riusciti a vederlo e per quello ci eravamo incamminati. -Ah, scusatemi ragazzi, è che il pullman ha fatto tardi- si grattò la nuca imbarazzato. -Dai, non preoccuparti, ora andiamo che è tardi!!!- lo trascinai dentro.

Al secondo piano dovetti separarmi da loro. Entrai nella mia classe lasciandomi cadere a peso morto sulla sedia. Che noia. Quelle giornate grigIe e noiose avevano bisogno di un po’ più di adrenalina. Sospirai guardando il soffitto bianco. Poco dopo la seconda campanella suonò e i miei compagni di classe entrarono. Salutai le mie compagne sorridendo. -Ciao ragazze- sventolai la mano contenta. Loro mi abbracciarono sorridendo.

L’ora di Diritto passò molto velocemente, così come quella di Storia.

All’intervallo corsi dagli altri e saltai in braccio a Hope. -Ciao!- la strinsi. Lei rise ricambiando l’abbraccio. -Ti sono mancata amica?- la guardai con una faccia buffa. Hope scoppiò a ridere. -Molto, è stato un weekend lunghissimo-. -E  non mi saluti?-. Mi girai vedendo Francesca. -Ovvio!- la abbracciai forte.

Finito l’intervallo corsi in classe per non perdere neanche un minuto della verifica. Fu davvero dura, ma in cuor mio speravo di essermela cavata.

Il secondo intervallo non tardò ad arrivare. Obbligati a posare la penna, la prof ci ritirò i compiti. La classe si svuotò in fretta  lasciando spazio al silenzio. Posai la testa sul banco esausta. Un rumoroso sospiro lasciò le mie labbra. -Ti sta fumando la testa-. Sussultai. Davanti a me si parò Giosuè. -Mi hai spaventata- mi misi una mano sul cuore. Lui rise. Michael arrivò dietro di me massaggiandomi le spalle. -Hai bisogno di relax ora-. -Sei davvero gentile Mik- sospirai. Francesca fece capolino alla porta. -Venite in cortile ragazzi?- domandò. -Certo- rispondemmo in coro. Recuperate le giacche raggiungemmo Hope e Olivia fuori. Non sembravano molto felici. -Avete assistito ad un funerale ragazze?- domandò Giosuè. Olivia alzò lo sguardo verso di lui. -Vi ricordate quando la vicepreside ci ha beccati fuori da scuola davanti al rientro a fumare illegalmente?-. -Ah, sì! Quando ha giurato di punirci severamente?- si grattò il mento Michael. -E poi se ne è dimenticata?- risi. Hope mi fulminò con lo sguardo. Smisi di ridere all’istante. -Non si è dimenticata, stava solo cercando una punizione adatta- ci informò Olivia. -Vi ricordo che lei ci adora, perciò ha alleviato la nostra punizione, avrebbe dovuto sospenderci, ma ha preferito di no-. Hope proseguì -Dovremmo pulire la biblioteca per il resto dell’anno. Gli altri rimasero sbigottiti. Persino Giosuè perse la sua solita calma. -Non ci entra mai nessuno là dentro!- Michael protestò a sua volta. -Ci sono i bidelli per questo-. -Sempre meglio che essere sospesi- intervenni. Questa affermazione mise d’accordo tutti. -Dai ragazzi, facciamo questo sacrificio-.

La campanella suonò.

______________________________________________________

Cosa scopriranno i nostri ragazzi nella biblioteca?

Scopritelo nel prossimo capitolo: “La lettura non uccide… forse.”

Battista Elisa 5C SIA