Essere insieme e LIBERI a Palermo

Il giorno 4 febbraio 2019, noi  studenti delle classi: 3B e 3C dell’IIS Majorana di Moncalieri sezione tecnico-economica ci siamo recati a Palermo per svolgere un percorso educativo sulla legalità e sull’antimafia. Questo percorso è stato possibile anche grazie alla collaborazione con  Libera il Giusto di Viaggiare, Libera Terra per i beni confiscati alle mafie, che ci ha fatto conoscere ed apprezzare la professionalità e la serietà di Gabriele e Aurora.

La nostra scuola è presidio di Libera, quindi  il nostro Istituto promuove le iniziative di Libera; inoltre l’Auditorium della sezione liceale è dedicato proprio a Peppino Impastato.

L’obiettivo di questo percorso di formazione è stato quello di sensibilizzare noi studenti sull’ambito mafioso nato in Sicilia e, ad oggi, presente in tutto il territorio nazionale.

Inoltre l’obiettivo di Gabriele e Aurora è stato quello di spiegarci e farci capire ciò che fa Libera, quindi loro e i loro colleghi, tutti i giorni ; per esempio con l’uso dei beni confiscati alla mafia dallo Stato, infatti è stata propria l’Associazione Libera ad aver combattuto per la stipulazione della Legge del 96 per il riutilizzo di questi beni.

Abbiamo anche conosciuto la Cooperativa “Cotti in flagranza” che si occupa di dare una formazione e un lavoro ai ragazzi che si trovano in stato di detenzione.

Oltre a ciò, in questo viaggio abbiamo anche esplorato ed ammirato alcune delle meraviglie artistiche dell’isola, come la cattedrale di Palermo, la Cappella Palatina e Monreale con la preziosa guida  di Gino , detto simpaticamente Giacco!

Non sono mancati ovviamente i momenti del gusto con le molte prelibatezze gastronomiche locali… come dimenticare il tentativo di mangiare i cannoli siciliani a Portella della Ginestra, tra il vento gelido e la neve?

Ed ancora abbiamo vissuto l’esperienza di perderci nei  paradisi naturali della Riserva dello Zingaro.

Un viaggio, certo, di conoscenza è stato, di consapevolezza , di immersione nella complessità e nella ricchezza palermitana, ma, soprattutto, è stato e resterà un viaggio del cuore e di speranza.

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Andrea Arrigo

Yassine El Hilali

3B AFM

Libera con noi a Palermo!

La mafia, argomento del quale le persone preferiscono non parlare, non è poi cosi lontano da noi.

Nella maggior parte dei casi, condizionati da stereotipi, alimentati dalla disinformazione a riguardo, si tende ad etichettare solamente il Sud Italia, non prendendo in considerazione la mafia presente al Nord della nostra penisola.

Il nostro viaggio è avvenuto in compagnia di Gabriele ed Aurora, mediatori culturali di Libera il Giusto di Viaggiare e Libera Terra per i beni confiscati alle mafie (partner dell’ Associazione Libera presieduta da Don Luigi Ciotti, fondata nel 1995) che ci hanno condotto alla conoscenza della società civile impegnata nella lotta alla criminalità organizzata per favorire la creazione di una comunità alternativa alle mafie stesse ed è iniziato  con la visita di luoghi della memoria di Palermo.

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Il primo luogo visitato nel quale abbiamo avuto modo di approfondire le nostre conoscenze è stato Via D’Amelio, cornice dell’ attentato ai danni di Paolo Borsellino, magistrato di Palermo che possedeva molte informazioni all’interno della sua agenda rossa, la quale, pochi istanti dopo la sua morte, spari’ senza lasciar alcuna traccia. Nel terribile attentato erano deceduti anche i cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi ( prima donna a far parte di una scorta, e prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Nella buca lasciata dall’esplosione, in memoria del giudice, per iniziativa della madre Maria Pia Lepanto, è stata  posta una piantina di olivo, proveniente da Betlemme, come simbolo di rigenerazione, solidarietà, pace, impegno civile e  giustizia per tutti.

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Siamo, poi, passati da Capaci, luogo nella quale è stato assassinato il magistrato Giovanni Falcone, saltato in aria insieme agli agenti della sua scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro e la moglie di Falcone, Francesca Morvillo, il 23 maggio 1992, lungo un tratto dell’ autostrada A29, in seguito a un’esplosione: Falcone fu il primo magistrato ad ostacolare in modo pesante e determinato l’organizzazione mafiosa.  

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Ci siamo recati anche a Portella della Ginestra, il luogo naturale e montano era stato lo sfondo di un  eccidio commesso il 1° maggio 1947, presumibilmente da parte della banda criminale di Salvatore Giuliano, che sparò contro la folla, riunita per celebrare la festa del lavoro, provocando undici morti e numerosi feriti; il caso rimane tutt’ora irrisolto.

Il nostro viaggio continua con la scoperta della realtà del riuso sociale dei beni confiscati alle mafie nell’Alto Belice Corleonese, in particolare la cantina dei Cento Passi, confiscata a Giovanni Brusca, mandante della strage di Falcone, tutt’ora pentito di mafia e collaboratore di giustizia. 

Infine, per concludere questa magnifica esperienza culturale sulla legalità che ci ha arricchito di sapere e ci ha resi più sensibili nella lettura della realtà, siamo andati a Cinisi, luogo nel quale è nato e cresciuto Giuseppe Impastato, conosciuto da tutti come Peppino, noto per le sue denunce nei confronti di Cosa Nostra, assassinato il 9 Maggio 1978 a Cinisi, in seguito alle sue scoperte riguardo traffici di droga e persone colluse con la mafia.

Figlio del boss Luigi Impastato e Felicia Impastato, intraprese la sua carriera da giornalista, non accettata da Don Tano Badalamenti, che commissionò il suo assassinio.

Avremmo potuto entrare di più nei particolari, ma è complesso racchiudere in poche righe conoscenze, esperienze, sensazioni personali legate alle scoperte fatte di volta in volta… Certo è che l’esperienza vissuta e condivisa tra compagni di scuola è stata non solo formativa ma altamente emozionale e arricchente che ci aiuterà a diventare uomini del futuro, per il futuro.

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Leonardo Marchetta, Giorgio Di Giansante 3^C