Un tuffo nell’ultima neve del 2019

Partiti alle 7:00 del mattino del 20 marzo dalla sede di Strada Torino dell’IIS Majorana di Moncalieri, noi ragazzi abbiamo viaggiato per più di un’ora e mezza verso Limone, nota sede sciistica nei pressi di Cuneo.

Accolti all’arrivo dagli istruttori, alcuni di noi han potuto affittare il materiale necessario per la giornata, mentre altri, già muniti di sci o snowboard, si sono cambiati nelle prossimità del pullman.

Suddivisi i giovani sciatori e snowboarder in due gruppi ben distinti, gli istruttori hanno valutato il livello di ognuno, scegliendo se potessimo stare nel gruppo avanzato, o in quello dei principianti.

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Dopo una mattinata intensa all’insegna del divertimento, del sole accecante, e delle varie cadute, istruttori, professori e alunni si sono recati in una baita a più di mille metri di altitudine, per assaggiare i vari piatti tipici del posto.

La disponibilità degli istruttori nel dare ogni minimo consiglio a noi ragazzi per migliorare la  tecnica della sciata, ci ha permesso  di divertirci ed esprimere le nostre passioni per lo sci o lo snow-board nelle piste circostanti, passando un pomeriggio fantastico.

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Dopo altre due ore di sci scatenato, abbiamo dovuto cambiarci e ritornare sul pullman, consapevoli della bellissima esperienza vissuta.

Il rientro è stato all’insegna della tranquillità e del desiderio di raccontare ai genitori la giornata trascorsa in amicizia ed avventura!

Alessandro Zoppo  

Classe 1K Liceo linguistico

FRIDAYS FOR FUTURE

FridayForFutures31Greta Eleonora Thunberg Ernman, una ragazza che frequentava il nono anno di una scuola di Stoccolma, ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 settembre 2018. La decisione di questo gesto è nata a fronte delle eccezionali ondate di calore e degli incendi boschivi senza precedenti che hanno colpito il suo paese durante l’estate. Con questa sua decisione vorrebbe che il governo svedese intraprendesse una politica ambientale che si occupasse di ridurre, le emissioni di anidride carbonica, come previsto dall’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico ed è rimasta seduta davanti al Parlamento del suo Paese ogni giorno durante l’orario scolastico. Il suo slogan era Skolstrejk för klimatet (Sciopero della scuola per il clima). A seguito delle elezioni, ha continuato a manifestare ogni venerdì, lanciando così il movimento studentesco internazionale Fridays for Future.  Le iniziative come quella del 15 marzo, una sorta di sciopero “nazionale” per il clima avvenuto in tutto il mondo, non saranno infatti ripetibili spesso: il prossimo grande sciopero è fissato per il 24 maggio, ma nei restanti venerdì, a contribuire davvero alla “lotta”, dovranno essere i “singoli studenti o cittadini nelle singole città”, a portare avanti il messaggio.

A Torino in piazza sono scese 30’000 persone e nelle piazze italiane altrettante..

A riguardo, noi studenti di diciassette anni avremmo delle domande da porvi.. innanzitutto come possiamo sperare che i politici ascoltino le nostre parole, se alle varie manifestazioni hanno partecipato anche ragazzi disinformati e senza un ideale ,giusto per saltare la scuola? Come appariamo agli occhi di chi ci vede, se ci presentiamo con bottiglie di plastica o sigarette alla mano , che poi gettiamo per terra.. Abbiamo protestato per l’ambiente… ma quali sono le idee concrete che noi i ragazzi vogliamo davvero intraprendere? Mettere i pannelli solari? Si, è un buon inizio, ma la gente sarebbe disposta ad abbandonare l’uso degli aerei, per esempio? O a non utilizzare più i cellulari? Il fatto è che bisognerebbe fare scelte importanti e informarsi molto bene, perché la salvaguardia dell’ambiente è una realtà complessa, soprattutto perché molte delle nostre abitudini sono errate.

Quali sono, però, i suggerimenti  che sarebbero utili? Educarci e conoscere a fondo l’argomento prima di tutto, e poi, per esempio, si potrebbe manifestare in un giorno “scomodo” per far vedere che per noi giovani quella dell’ambiente è una realtà di cui ci importa davvero..a manifestare il venerdì mattina così da saltare scuola, son bravi tutti.

Quindi, vi raccomandiamo ragazzi: sarebbe opportuno avere una consapevolezza più strutturata, perché il rischio è quello di essere manovrati da chi vede solamente un lucro dietro a queste iniziative pure e sincere. La tutela dell’ambiente, oltre ad essere complessa, è molto seria e va affrontata come tale.

Proviamo a pensarci veramente..

Marco Paganotto 4A Gabriele Crivello 4A

 

COMUNIT_AZIONE: E’ un bene lavorare in gruppo!

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Comunit_azione è  un progetto che riguarda tutto il territorio di Moncalieri, ma soprattutto la scuola.

In questo progetto si propongono delle problematiche presenti nell’ambiente scolastico e al di fuori; le medesime  vengono discusse e selezionate in base:

  1. Alla gravità
  2. All’urgenza
  3. Al miglioramento che produrrebbero

Nella fase di discussione si studiano, oltretutto, la facilitazione dell’impresa e gli strumenti per supportare l’evoluzione di organizzazioni e gruppi.  Risultano, inoltre,  importanti la promozione e la costruzione di luoghi e spazi per l’incontro e il recupero del senso di comunità.

A questo punto, ci pare evidente che l’impresa serva, innanzitutto,  ad unificare la comunità con le sue idee e potenziare il lavoro di gruppo e a migliorare il più possibile lo spazio che ci circonda.

Noi siamo studentesse della classe 1 E  (sezione tecnica) dell’IIS Majorana di Moncalieri e la nostra classe è stata scelta per lavorare al progetto…

Secondo noi, è molto utile assemblare le idee di tutti quanti per poi discuterne ed infine trovarne una soluzione.

Avendo partecipato a questo piano di lavoro, ci siamo resi conto che il gioco di squadra è molto importante in tutti gli aspetti. Siamo riusciti ad avviare molte tecniche per arrivare ad avere un ambiente più favorevole.

Un problema che stiamo risolvendo è la salita della scuola. In molti si sono lamentati, perché, essendo una lunga via di acciottolato, si rischia di scivolare e si rischia di farsi molto male.

Con le persone volontarie di questo progetto abbiamo discusso su come risolvere il problema. Riflettendoci abbiamo capito che togliere la salita, toglie la bellezza alla scuola.

Parlandone con il Comune, siamo riusciti ad arrivare ad una conclusione: la salita attuale non verrà chiusa e non verrà nemmeno demolita, ma verrà utilizzata per il passaggio delle macchine dei professori, mentre noi studenti abbiamo altre proposte, una delle quali è la salita situata dietro alla scuola, ovvero il sentiero che parte dalla “Boccia D’oro”.

Questo progetto si avvierà solo quando un geometra, proveniente dalla “Città Metropolitana”, verrà nel nostro istituto, vedrà e deciderà se effettivamente il sentiero sarà adeguato per il passaggio di noi studenti.

Se il geometra della “Città Metropolitana” accetterà la nostra proposta, si incominceranno in breve i lavori. Per iniziarli il Comune ci ha dato una somma di denaro per ricostruire la salita, molto probabilmente non ci basterà… Ma per  avere un’altra salita molto più sicura per noi studenti, abbiamo deciso di passare in tutte le classi, parlare di questo progetto e raccogliere, se i nostri compagni sono d’accordo, la giusta cifra per arrivare alla somma sufficiente per incominciare ad avviare il nostro progetto. 

Sarah Piersanti, Kristiana Malotaj 1E

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN SALTO A VALENCIA…

La città portuale di Valencia sorge sulla costa sud-orientale della Spagna, dove il fiume Turia incontra il mar Mediterraneo. È conosciuta per la Città delle arti e delle scienze, che comprende strutture futuristiche, fra cui un planetario, un oceanario e un museo interattivo. Valencia è ricca anche di numerose spiagge, alcune delle quali si trovano all’interno del parco di Albufera, una riserva di paludi con un lago e sentieri escursionistici che sorge poco lontano dalla città.

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Territorio:

Valencia è la capitale della Comunità Valenciana, è la terza città di Spagna in quanto a numero di abitanti e presenta un territorio pianeggiante.

Clima:

La città gode di un clima  mediterraneo, mite e umido. Le estati sono calde e secche, gli inverni sono miti e caratterizzati da periodi soleggiati, alternati a periodi di maltempo, con vento e pioggia, peraltro abbastanza rari.

Origini del nome:

I Romani, che fondarono la città nel II secolo a.C., la chiamarono Valentia Edetanorum, toponimo che significa “città forte degli Edetani”, una tribù iberica insediata nella zona. Sotto i Mori fu nota come Balansiya. Tramite cambiamenti di suono regolari è diventata quindi Valencia. Attualmente viene  riconosciuta la denominazione bilingue València/Valencia, che vale anche per la provincia omonima. Colloquialmente in valenciano la città è chiamata anche Cap i Casal, ossia capitale.

Luoghi d’interesse:

  • La Cattedrale;
  • L’acquario Oceanografico
  • Torres de Serranos
  • Plaza de Ayuntamiento (Piazza del Comune)
  • Il Mercato Centrale
  • Playa de Cabanyal
  • MUVIM

Gastronomia:

Il piatto più noto della cucina valenciana è la paella. Si tratta di una preparazione a base di riso, zafferano e olio d’oliva, che prende il nome dal recipiente di metallo in cui viene cotta, detto in valenciano paellero. Ne esistono ormai numerose varianti, ma la ricetta tradizionale, che ha preso il nome di “paella alla valenciana”, è condita con carne  e verdure.

Un’altra specialità tipica di Valencia è l’horchata, una bevanda rinfrescante preparata con acqua, zucchero e chufa, un tubercolo di una pianta, il Cyperus esculentus, diffusa nella piana di Valencia. Tradizionalmente si consuma come spuntino assieme a un paio di Farton, “brioche” tipiche di forma allungata.

Pensiero personale:

Valencia è stata presa in considerazione nel nostro articolo successivamente al viaggio di alternanza scuola lavoro che la classe 4 A RIM ha fatto nel mese di Febbraio. È stato un viaggio di otto giorni, nei quali si alternavano momenti di studio ad altri di svago e visite varie nella cittadina.
I punti che abbiamo elencato sopra sono luoghi che abbiamo visitato e che consigliamo di vedere per un ipotetico viaggio alla portata di tutti, sia adulti che bambini.
È una città di cultura, di storia, di palazzi del rinascimento e dello stile barocco.
Il clima è temperato e già nel mese di febbraio la temperatura può arrivare fino a 20 gradi.
La popolazione è molto educata, accogliente e  altruista. Abbiamo ricevuto sorrisi cordiali e risposte alle nostre domande sulla localizzazione dei monumenti e dei posti dove provare le specialità gastronomiche tipiche della città.
Il cibo è salutare, variato e accompagnato spesso da alcune bevande come la Horchata e la Sangria e l’agua de Valencia.
Sono presenti mezzi pubblici in tutta la città e sono molto comodi e veloci per arrivare ovunque, ma, soprattutto, alla spiaggia di Cabanyal.
 
E’ una città che affascina  e consigliamo di visitarla.
Marco Paganotto 4 A
Aurora De Pasquale 2 C

 

 

 

Tecta lege, lecta tege! La nuova idea di Biblioteca dell’IIS Majorana di Moncalieri

E’ proprio così come ci ricorda il motto latino tecta lege, lecta tege: il patrimonio dei libri che abbiamo letto e che ci accompagna nella vita è da conservare con amore e dedizione, perché fa parte non solo di radici che penetrano la terra del passato, ma anche di rami che si innalzano verso il cielo del futuro, oppure verso la possibilità di rinascita. Quante volte diciamo ai nostri ragazzi e studenti che la lettura è valore di vita, è possibilità di libertà di espressione, è avventura e sogno, è incontro e conoscenza, perché “tutte le parole scritte dagli uomini sono forsennato amore” per gli uomini, come scrive Roberto Vecchioni ne Il libraio di Selinunte, e quante volte diciamo loro di conservare ciò che han letto, di custodire, di ricordare, di rileggere. Perché nei libri bisogna passarci la vita e perché sullo sfondo di un mare in tempesta, bisognerebbe ancora vedere una mano che cerca di salvare l’ultimo libro, l’Arca della salvezza, quando sarà necessario ricostruire tutto ciò che potrebbe scomparire, magari per un maledetto virus…come nella Berlin di Fabio Geda. E poi ci piace pensare allo scrittore Gesualdo Bufalino quando spiega agli studenti che cosa è uno scrittore “lo scrittore è Shahrazade, che più racconta e più si allunga la vita. E si legge perché senza libri si diventa Calibano il mostro, che nella Tempesta di Shakespeare dice di Prospero il mago: “Per liberarsi di lui per prima cosa bisogna togliergli i libri”. Quindi bisogna togliergli la possibilità di conservare….

E ancora dice ai ragazzi della scrittura che è tre cose: “religione, medicina e amore. È religione perché è una confessione. Uno scrittore che scrive si confessa e anche quando narra storie di altri non fa che narrare se stesso. È medicina perché serve a curarsi. Anche voi scrivete il vostro diario per guarire da una pena segreta, da una malinconia senza perché. È amore perché scrivere significa inventare un personaggio che non corrisponde alla realtà, ma che è frutto della nostra fantasia e del quale ci innamoriamo».  La lezione della letteratura diventa, quindi, lezione di vita. «Si scrive per narrare e si narra per non morire”… E per continuare sulle orme di Bufalino, noi insegnanti potremmo seguitare … e si apre la biblioteca per permettere ai libri di continuare a parlare, ad esser presi, aperti e letti senza fatica, senza ostacoli.

Così è nata questa riflessione discussa e condivisa: se nella scuola c’è lo spazio-biblioteca che, però, da tempo è ormai chiuso perché nessuno lo chiede, lo “apre”, lo segue, nonostante si sia tentata la promozione di questo luogo, perché non “eliminare” il confine dei muri-biblioteca, della porta-biblioteca, perché non renderla altro-luogo, luogo-nei-luoghi, senza il confine stabilito dai parametri geometrico-spaziali?

Il non-luogo-biblioteca può diventare, cioè, gli altri spazi della scuola, quelli in cui possono esserci i libri e possono essere sempre visibili, alla portata di tutti… quegli spazi in cui si cammina vedendo i libri, quei luoghi “aperti” per una ricerca, in cui vi sono libri, quelle stanze per un colloquio,  per un lavoro di gruppo, ove alle pareti ci sono scaffali pieni di libri, che stimolano la curiosità anche per caso, quella che ci porta a prendere un libro, perché il titolo letto ci ha invogliato a sfogliarlo.

Forse così si potrebbe riuscire ancora a leggere e a far della scuola il luogo-nei-luoghi per “custodire” i libri, per permetterci ancora di restare le persone che hanno il potere di capire l’uomo, di cambiare il mondo.

Tecta lege, lecta tege!libroscala

Elisabetta Boschiggia