-Come siamo chiusi qua dentro?- esclamai. -La porta non si apre più, è bloccata dall’esterno- sospirò Hope. Francesca prese il braccio di Michael evidentemente impaurita. -Moriremo qui dentro?- tremò lei. -Ehi, nessuno morirà qui dentro! Così come vi ho fatti entrare vi farò uscire- mi diressi verso la porta cercando di aprirla. Era troppo pesante. -Zoe non insistere vediamo se c’è un’altra via d’uscita- disse Hope afferrandomi il braccio. Sospirai frustrata e avanzai all’interno della stanza. Grazie alla poca luce che emettevano i nostri telefoni riuscii ad intravedere i letti alla mia destra e alla mia sinistra. Avanzai nel corridoio in mezzo ad essi contandone dieci, cinque per lato. In fondo alla stanza notai degli armadi e una libreria. Gli altri iniziarono a setacciare la stanza. Aprii un armadio trovandoci dentro medicinali ricoperti di secoli di polvere, sospirai rassegnata e passai al prossimo trovandoci le medesime cose.
Nel terzo, invece, trovai molti giornali, sempre molto impolverati. Ne afferrai uno scuotendolo un po’ in modo da rimuovere la polvere e riuscirne a leggere il contenuto. Dopo aver tossito un paio di volte, analizzai la prima pagina. Notizie di cronaca e politica dominavano l’intera pagina; inoltre era riportato l’anno, 1987. Un urlo alle mie spalle mi fece volare il giornale dallo spavento. -Un ragno!- esclamò Michael. Mi battei la mano sulla fronte pensando alla virilità andata chissà dove. Appena vide l’espressione corrucciata di Francesca, si ricompose e si schiarì la gola. -Attenti c’è un ragno, era un modo per avvisarvi ecco- si passò la mano tra i capelli. Lei inclinò la testa di lato, non del tutto convinta. -Mik aiutami qui- lo afferrai per il braccio trascinandolo via da quella situazione imbarazzante. -Aiutami a spostare i letti- glieli indicai. Iniziammo a spostare qualche letto. -Grazie Zoe- sussurrò lui. -Figurati, se vuoi ti aiuto a rimediare- sorrisi. -Sì grazie, ne ho bisogno- ridacchiò.
Passammo un’ora a rovistare, ma senza successo. Ci sedemmo sfiniti a terra. -Tra mezzora la vicepreside verrà a vedere la situazione, e se non ci trova ci ammazzerà- sospirai appoggiandomi al muro. -Già, se non ci sbrighiamo è la volta buona che ci sospende- borbottò Olivia. -Merda- esclami. Il mio telefono si spense. -Moriremo qui dentro- piagnucolò Michael salutando così gli ultimi rimasugli della sua virilità. Hope si avvicinò a lui. -Calma Mik troveremo una soluzione- gli mise una mano sulla spalla. L’unico che non si era ancora pronunciato sulla situazione era Giosuè. Se ne stava in disparte a rimuginare. -Riprendiamo le ricerche- suggerì Francesca. -Non dobbiamo abbatterci-. Non ascoltai molto il resto del discorso ero impegnata a capire cosa gli passasse per la testa a quel ragazzo. Nella fioca luce emessa dalla sua torcia, intravedevo la fronte corrucciata e il dito che batteva sul suo mento. Si riavvicinò nuovamente alla libreria. Mi alzai e lo raggiunsi. -Tutto bene?- chiesi. Lui annuii con la testa. -E solo che c’è qualcosa di familiare in questa libreria-. Puntò la luce su di essa. In effetti non ci avevamo dato molto peso dato che conteneva solo libri. -Ma certo!- esclamò facendomi sobbalzare. -E’ uguale a una di quelle che c’è nella biblioteca della scuola-. Mi voltai verso gli altri. -Presto buttiamo giù tutti i libri!-. Loro accorsero e iniziammo a tirarli giù.
Ai nostri piedi c’erano pile di libri, mentre di fronte a noi ne rimaneva solo uno. Giosuè si avvicino e fece per prenderlo, ma esso si rivelò tutt’altro che un libro. Di colpo la libreria di fronte a noi iniziò a spostarsi verso destra con un movimento stridulo. Di istinto ci tappammo le orecchie in attesa che quel rumore cessasse. Appena si arrestò Hope si battè la mano sulla fronte. -Raga è il trucco più vecchio del mondo, come abbiamo fatto a non pensarci?-. Scoppiò una risata generale. -Ora sbrighiamoci prima che la vicepreside diventi Hulk-. Gli altri iniziarono ad avviarsi su per le scale. Prima di seguirli raccolsi il giornale che Michael mi aveva fatto volare prima. Sono sicura che leggendolo capiremo qualcosa. -Vieni Zoe o resterai al buio- mi prese la mano Hope.
Quell’infinita scalinata terminò davanti ad un’altra libreria identica a quella precedente. Giosuè tirò il medesimo libro ed essa cigolò leggermente. Con una piccola spinta si aprì e ci ritrovammo nuovamente nella biblioteca. -Zoe è stata inseguita da un pazzo per prendere la mappa quando bastava tirare una leva a forma di libro?- ironizzò Hope. Feci spallucce. -E’ una cosa che capita tutti i giorni, sono abituata- le feci l’occhiolino ridendo. -Almeno ora sappiamo come scappare- puntualizzò Francesca. I due uomini del gruppo richiusero la libreria. -Che ci fa qui questo passaggio? Che senso ha avere più entrate per quel posto?- domandò Olivia. Mostrai il giornale. -Forse questo ci aiuterà-. Lo misi sul tavolo. Prima che potessi riaprirlo fui interrotta nuovamente, ma questa volta da un suono molto familiare, i tacchi della vicepreside. Misi velocemente il giornale nello zaino. Nel giro di pochi minuti varcò la soglia della stanza. Si guardò intorno. -Ottimo lavoro ragazzi, ora potete andare-.
Una volta usciti dalla scuola e percorso il sentiero salutai gli altri. -Appuntamento al solito bar domani?- li guardai. Loro annuirono. Ognuno andò per la propria strada.
Mi incamminai verso la fermata del pullman con la musica nelle orecchie, ripensando all’esperienza che avevamo appena vissuto. Cos’era quel posto? Perché qualcuno voleva chiuderci in quel posto?
Con mille domande che affollavano la mia mente salii sul pullman. Mi accomodai all’ultimo posto vicino alla finestra appoggiandomi a essa. Appena il mio sguardo si rivolse all’esterno, notai dall’altra parte della strada, una figura che indossava un cappotto nero lungo, con il volto coperto da un cappello rovinato con la visiera. Alzò lentamente la mano, coperta da un guanto, ghigliottinandosi la gola con il pollice.
Il pullman partì.
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Che notizie nasconde il giornale?
Chi era quella figura misteriosa?
Scopritelo nel prossimo capitolo: “Il Killer dei corridoi”
Elisa Battista
(ex 5 C, ormai studentessa universitaria)