Tecta lege, lecta tege! La nuova idea di Biblioteca dell’IIS Majorana di Moncalieri

E’ proprio così come ci ricorda il motto latino tecta lege, lecta tege: il patrimonio dei libri che abbiamo letto e che ci accompagna nella vita è da conservare con amore e dedizione, perché fa parte non solo di radici che penetrano la terra del passato, ma anche di rami che si innalzano verso il cielo del futuro, oppure verso la possibilità di rinascita. Quante volte diciamo ai nostri ragazzi e studenti che la lettura è valore di vita, è possibilità di libertà di espressione, è avventura e sogno, è incontro e conoscenza, perché “tutte le parole scritte dagli uomini sono forsennato amore” per gli uomini, come scrive Roberto Vecchioni ne Il libraio di Selinunte, e quante volte diciamo loro di conservare ciò che han letto, di custodire, di ricordare, di rileggere. Perché nei libri bisogna passarci la vita e perché sullo sfondo di un mare in tempesta, bisognerebbe ancora vedere una mano che cerca di salvare l’ultimo libro, l’Arca della salvezza, quando sarà necessario ricostruire tutto ciò che potrebbe scomparire, magari per un maledetto virus…come nella Berlin di Fabio Geda. E poi ci piace pensare allo scrittore Gesualdo Bufalino quando spiega agli studenti che cosa è uno scrittore “lo scrittore è Shahrazade, che più racconta e più si allunga la vita. E si legge perché senza libri si diventa Calibano il mostro, che nella Tempesta di Shakespeare dice di Prospero il mago: “Per liberarsi di lui per prima cosa bisogna togliergli i libri”. Quindi bisogna togliergli la possibilità di conservare….

E ancora dice ai ragazzi della scrittura che è tre cose: “religione, medicina e amore. È religione perché è una confessione. Uno scrittore che scrive si confessa e anche quando narra storie di altri non fa che narrare se stesso. È medicina perché serve a curarsi. Anche voi scrivete il vostro diario per guarire da una pena segreta, da una malinconia senza perché. È amore perché scrivere significa inventare un personaggio che non corrisponde alla realtà, ma che è frutto della nostra fantasia e del quale ci innamoriamo».  La lezione della letteratura diventa, quindi, lezione di vita. «Si scrive per narrare e si narra per non morire”… E per continuare sulle orme di Bufalino, noi insegnanti potremmo seguitare … e si apre la biblioteca per permettere ai libri di continuare a parlare, ad esser presi, aperti e letti senza fatica, senza ostacoli.

Così è nata questa riflessione discussa e condivisa: se nella scuola c’è lo spazio-biblioteca che, però, da tempo è ormai chiuso perché nessuno lo chiede, lo “apre”, lo segue, nonostante si sia tentata la promozione di questo luogo, perché non “eliminare” il confine dei muri-biblioteca, della porta-biblioteca, perché non renderla altro-luogo, luogo-nei-luoghi, senza il confine stabilito dai parametri geometrico-spaziali?

Il non-luogo-biblioteca può diventare, cioè, gli altri spazi della scuola, quelli in cui possono esserci i libri e possono essere sempre visibili, alla portata di tutti… quegli spazi in cui si cammina vedendo i libri, quei luoghi “aperti” per una ricerca, in cui vi sono libri, quelle stanze per un colloquio,  per un lavoro di gruppo, ove alle pareti ci sono scaffali pieni di libri, che stimolano la curiosità anche per caso, quella che ci porta a prendere un libro, perché il titolo letto ci ha invogliato a sfogliarlo.

Forse così si potrebbe riuscire ancora a leggere e a far della scuola il luogo-nei-luoghi per “custodire” i libri, per permetterci ancora di restare le persone che hanno il potere di capire l’uomo, di cambiare il mondo.

Tecta lege, lecta tege!libroscala

Elisabetta Boschiggia