Il dramma dei Desaparecidos: quando la storia entra in classe. La testimonianza della professoressa Sandra Aguilar

Tra i testimoni scelti dal nostro gruppo sul percorso dei Diritti Umani, abbiamo deciso di approfondire la figura di Hebe de Bonafini, protagonista della lotta di resistenza al regime di Videla, una delle madri che si è battuta per far luce sulle tante menzogne raccontate sui figli scomparsi nel tragico periodo degli anni Settanta in Argentina. Il percorso ha avuto un riscontro diretto nella testimonianza a scuola della professoressa Sandra Aguilar, lettrice di spagnolo. La professoressa Aguilar il 3 maggio è venuta in classe, condividendo con noi alcuni suoi ricordi d’infanzia, quando ancora viveva alla Plata. La storia e le pagine sono diventate vive, le sue parole avevano i volti dei compagni di classe, che improvvisamente mancavano all’appello, la paura di quegli anni traspariva dalla sua voce che a tratti si fermava in pause più lunghe.

hebe de bonafini

Hebe de Bonafini è nata in Argentina nel 1928. E’ stata tra le fondatrici dell’Associazione delle Madres de Plaza de Mayo, l’organizzazione che riunisce le madri argentine che da 25 anni scendono tutti i giovedì in piazza per denunciare i casi dei figli “desaparecidos” durante la dittatura militare.

Hebe è presidentessa dell’Associazione dal 1979. Ha girato tutto il mondo rilasciando interviste e partecipando a conferenze e manifestazioni in diverse Università, sempre a sostegno di tutte le iniziative in difesa dei Diritti Umani e di denuncia contro le loro violazioni.

L’espressione desaparecidos, si riferisce alle persone che furono arrestate per motivi politici, o anche semplicemente accusate di avere compiuto attività “anti governative” dalla polizia dei regimi militari argentino, cileno e di altri paesi dell’America latina, e delle quali si persero in seguito le tracce.

desaperacidos

Dalla testimonianza della professoressa Aguilar e dai libri letti, “Lo sguardo delle Madri di Plaza de Majo” di Cesare Bianco e “Il volo” di Horacio Verbitsky,  abbiamo approfondito il fenomeno dei desaparecidos, la segretezza con cui operarono le forze governative. Gli arresti e i sequestri avvenivano spesso di notte e in genere senza testimoni, i soldati che li prelevavano erano in borghese e giravano in macchine senza targa, così come segreto rimaneva tutto ciò che seguiva all’arresto: le autorità non fornivano ai familiari la notizia degli avvenuti arresti e gli stessi capi di imputazione erano solitamente molto vaghi; della maggioranza dei desaparecidos non si seppe effettivamente mai nulla e solo dopo la caduta del regime militare e il ritorno alla democrazia, fu possibile la ricostruzione di una parte degli avvenimenti e della sorte di un certo numero di “scomparsi”, soprattutto studenti e intellettuali. Solo allora ci fu la consapevolezza che molti di loro furono detenuti in campi di concentramento e in centri di detenzione clandestini, torturati e infine assassinati segretamente, con l’occultamento delle salme in fosse comuni o gettati nell’Oceano Atlantico in pieno giorno, come testimoniato dalla professoressa, o nel Rio de la Plata con i cosiddetti voli della morte.

libro il volo

Questo percorso è stato molto apprezzato da tutto il gruppo, in quanto ci ha permesso di venire a conoscenza di certi fatti che, molto probabilmente, con il normale percorso di studio, non saremmo arrivati ad affrontare e a capire come circa 40 anni fa molte persone vennero trattate sotto regime.

Andrea Pelissero, Marco Paganotto, Sara Belli, Aurora Malimpensa 4A/C